Buchi spazio-temporali

E se coesistessimo contemporaneamente in 3 dimensioni temporali?

3 min readJun 6, 2018

--

Oggi sono ritornato a passeggiare in un giardinetto in cui non tornavo da — chessò — tipo 30 anni. Ricordo che una volta, più di 30 anni fa, ci giocavo ogni giorno perché era proprio davanti a casa della mia bisnonna e io in quella casa ci passai gran parte della mia infanzia. Insomma lì davanti ci giocai tantissimo e quello, che era ed è tutt’ora un giardinetto pubblico di piccole dimensioni, era un luogo magico in cui poche piante erano un bosco e un cespuglio in un angolo era una selva popolata da creature misteriose. La dimensione dell’infanzia è sconfinata perché noi eravamo più piccoli ma anche perché non sapevamo niente e tutto immaginavamo. La proporzione del nostro sguardo sulla realtà era 10% reale e 90% immaginazione. Ciò che non si poteva spiegare si immaginava. L’immaginazione riempiva il vaso del resto. Ora è un po’ cambiato: è più ordinato e meglio tenuto ma mancano quelle piante che formavano il boschetto. Ora le aiuole sono piantumate con cura e la patina selvaggia che io ricordo non c’è più. Oggi compenso col ricordo quella parte di giardinetto che se n’è andato. Al 90% lo ricostruisco con il ricordo.

Più invecchio più sono ossessionato dai buchi spazio-temporali. Non so se esistono, forse qualche astrofisico potrebbe rassicurarmi o certificare la mia ignoranza. Però immagino che in certi momenti, inavvertitamente, il presente si pieghi verso il passato e il futuro e tutti e tre coesistano. Li vedi tutti assieme. Mi è capitato giorni fa quando ho visto un’amica con un bambino piccolo che era identico a suo figlio. Ma suo figlio ha 20 anni e quel bambino ne aveva 8. Per qualche istante ho creduto di essere finito in uno di questi buchi spazio-temporali in cui il presente si piega sul passato fino a toccarlo. Ero consapevole di essere nel 2018 ma stavo guardano il 2004. Finché ho realizzato che quello era solo il nipote, incredibilmente somigliante al figlio.

Comunque. Mi sono fermato un po’ in questo giardinetto e il mio Io del 2018 ha convissuto per un attimo con il mio Io del 1986. C’era stata Chernobyl e non ci era permesso giocare all’aperto. Però ero comunque fuori, forse era finita l’emergenza, forse avevamo potuto ricominciare a mangiare le verdure a foglia larga anche se a me le verdure da bambino facevano schifo. Insomma nel 2018 ero in piedi in quel giardinetto e guardavo verso lo spazio antistante la casa dove giocavo. E c’ero io che giocavo, decenni prima. Chissà se quel giorno di tantissimi anni fa ho smesso per un attimo di palleggiare e mi sono girato perché mi pareva che ci fosse qualcuno che mi fissava, senza trovare nessuno. C’era solo il giardinetto o forse un gatto quel giorno di decenni fa. Oppure c’era il mio Io di qualche decennio dopo che guardava il suo Io passato senza potergli dire niente perché nei buchi spazio-temporali il suono non si trasmette. O almeno credo.

Forse in ogni momento della nostra vita, quando ci sembra di percepire una presenza nella stanza dove siamo e non c’è nessuno c’è il nostro Io del passato o del futuro che ci vorrebbe dire qualcosa. Forse sorriderebbe, forse si preoccuperebbe per noi, non so. Secondo me i buchi spazio-temporali esistono e noi esistiamo in 3 dimensioni temporali anche molto distanti tra loro contemporaneamente. Il ricordo ci riconnette con il nostro Io del passato e le speranze o le paure con quello del futuro.
Forse cerchiamo di dirci qualcosa, parlando a noi stessi dal passato al futuro e viceversa. Senza poterci sentire.

Forse le cose le capiamo solo vivendo, e a volte nemmeno quello.

--

--

Martino Pietropoli
Martino Pietropoli

Written by Martino Pietropoli

Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com

Responses (1)