Cose che ho imparato dal mio cane

Martino Pietropoli
6 min readDec 4, 2021

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Non ho mai avuto un cane. Ho avuto solo dei gatti ma non ho mai sviluppato con loro particolari relazioni. Diciamo che ho avuto con i gatti il tipo di relazione che loro avevano con me, cioè quella di conviventi, o di compagni di appartamento. Immagino che la cosa possa fare inorridire i proprietari di gatti ma quello che voglio dire è che con un cane è diverso, quindi non ce l’ho con i gatti, è solo un’altra cosa, punto.

Che fosse diverso non lo potevo sapere perché, appunto, non avevo mai avuto cani. Non avevo mai nemmeno avuto alcuna curiosità al riguardo: quando mi capitava di essere in loro presenza — perché erano cani di amici o perché mi ci trovavo per caso nello stesso ambiente — ci ignoravamo a vicenda.

Adesso ho un cane e siamo diventati amici, molto amici. O almeno io credo di esserlo per lui e lui lo è certamente per me. Cioè, non posso sapere esattamente cosa sono per lui o se sono qualcosa ma vorrei essere semplice e lineare in questo discorso, così che mi capisca anche lui. Gli leggerò quello che ho scritto e so che lui mi guarderà con quegli occhi così espressivi. Senza dire niente, perché niente può dire. Eppure, anche se non può dire niente, mi ha insegnato molte cose: sui cani, su di lui, sulla vita pure. Le ho scritte in questi mesi di vita insieme perché non avendo molto da dirci, io lo osservo e pure lui so che fa lo stesso con me. Solo che lui non sa scrivere (e nemmeno disegnare, perché io l’ho anche disegnato, anche se male).
Cosa mi ha insegnato?

È perfettamente normale trovarsi a dire “No dai, non mangiare l’intonaco”

I cani mangiano praticamente qualsiasi cosa, o almeno il mio. Di certo qualsiasi cosa opponga una certa resistenza alla masticazione.

Si può non rispondere a una domanda imbarazzante o a un rimprovero semplicemente guardando un punto indefinito oltre la persona che te lo rivolge, fingendo che non stia parlando a te

Questa è un’abilità che, se applicata ad arte, può portare la persona che rivolge l’appunto a chiedersi se ha senso quello che sta facendo. Di certo fa sorgere dei dubbi.

Il concetto del tempo

Non ce l’ha, così come la sua memoria o attrazione per un oggetto o un altro animale svaniscono quando questi escono dal suo campo visivo. In effetti solo noi umani abbiamo una memoria estesa e accessibile in qualsiasi momento. Quella del cane è una specie di RAM: non appena il sistema si riavvia (cosa che nel cane avviene decine di volte al giorno) anche la memoria si resetta.

Del resto il tempo è legato alla memoria e se il tempo non viene percepito — o non almeno come capita a noi umani — allora non esiste nemmeno la memoria.

Non è che proprio dimentichino tutto — ovviamente di te non si scordano — però diciamo che sono capaci di concentrare un’attenzione formidabile su qualcosa per una frazione di secondo, come se da quella cosa dipendesse la loro vita, per poi dimenticarsela un nanosecondo dopo.

Le mappe olfattive

Il sistema di orientamento di un cane è prevalentemente olfattivo. Gli umani usano lo spazio, gli scanner 3D, le mappe, la memoria (ancora) ma un cane compone nella sua testa un’immagine della realtà anche basata solo sugli odori che sente. Questa è una capacità che preferisco non avere.

Si può dormire per 20 ore al giorno

Ci sono esseri che lo fanno e sono i cani, e probabilmente hanno capito tutto. Se hai chi ti dà da mangiare, una casa e delle persone che ti vogliono bene, se non hai il problema di come guadagnarti i soldi per comprarti un’auto perché tanto non la puoi guidare, cosa dovresti fare ogni giorno? Non puoi leggere, non puoi fare altro che mangiare, passeggiare e guardare un punto all’orizzonte assumendo la posa di un generale che osserva il campo di battaglia, cosa ti resta da fare? Dormire. I cani sanno qualcosa che noi umani ignoriamo o che preferiamo non vedere. Un progetto di vita dovrebbe essere appunto questo: dormire il più possibile.

Tutti i cani sembrano il tuo cane.

Negli occhi di qualsiasi altro cano rivedi lui. Forse i cani hanno uno sguardo standard, forse siamo suggestionabili noi umani o lo sono io ma ora sono amico di tutti i cani. No, non tutti, ci sono ancora quelli che mi sembrano creature di Satana di cui non ricordo il nome quindi nessuno che li ha leggerà queste righe e penserà “Ce l’ha con il mio Puccio!”.

I cani non sorridono ma vorrebbero tantissimo farlo. Faccio delle battute stupende

Io credo che vorrebbero tanto farlo e invece non ridono mai. Madre Natura crudele che non gli ha dato i muscoli facciali per farlo. O magari ce li hanno ma non esprimono gioia sorridendo ma solo scondinzolando. Il fatto è che sono talmente espressivi che ti pare che gli manchi solo la parola. A volte mi ci metto a chiacchierare e mi dimentico che è un cane e mi stupisco che non mi risponda. Sembrano degli umani che hanno avuto un ictus e non possono più parlare ma vorrebbero, e allora ti guardano con certi sguardi, appunto, molto espressivi.

I cani ti giudicano

Il fatto che non ridono mai ti porta a pensare che ti giudichino. Il lato positivo è che ti comporti benissimo in loro presenza. In realtà è probabile che non gliene freghi niente in genere perché sono animali filosofici.

Che potere provano quando ti vedono raccogliere la loro cacca?

Insomma, se fossero umani, vedendoti raccogliere i loro escrementi cosa gli impedirebbe di pensare che i ruoli sono invertiti e che i padroni sono loro?

Chiunque è in difficoltà a chiamare un cane femmina “cagna”

Questa è una grande verità. Il potere del linguaggio è immenso.

Quando faccio gli assoli con la chitarra immaginaria davanti a lui mi giudica più di quanto non faccia di solito, che è già tanto

Non accetto più che mi guardi con quella faccia mentre eseguo perfettamente (nella mia testa) un assolo alla mia chitarra (immaginaria). Fa vacillare le mie certezze riguardo alla mia capacità di suonare da dio, che sono ovviamente illusorie.

Nel rapporto ci guadagni tu

Lui mi ha anche fatto scoprire quanto amore si può dare a un altro essere vivente che non ti chiede niente e ti restituisce molto di più. Si accontenta di mangiare un paio di volte al giorno, ti segue sempre (lo fa per timore d’essere abbandonato? Per controllare che tu stia bene? Perché si annoia? Credo dipenda da cane a cane e non escludo che ce ne siano molti ai quali gli umani sono indifferenti), è felice quando torni a casa. Secondo me sono sempre gli umani a essere in debito verso i cani e non viceversa.

A cosa servono in fondo?

La presenza del cane a fianco dell’uomo ha una storia ancestrale e un’origine pratica, cioè quella di assisterlo nella caccia. Oggi non ne avremmo più bisogno e infatti, in termini puramente economici o anche antropologici, non c’è alcun bisogno che gli umani vivano con i cani. Eppure lo fanno, in maniera molto naturale per giunta. Credo dipenda da qualcosa di genetico che non dobbiamo nemmeno più giustificare né spiegare a nessuno. Sì, umani e cani convivono pacificamente e con reciproco beneficio e non c’è bisogno di trovarvi una spiegazione. Succede e basta.

Sono dei trattati evolutivi accelerati

È sorprendente anche come e quanto crescano in fretta. Vivono anche meno e quindi può sembrare ed è logico che si sviluppino in velocità ma ciononostante è miracoloso osservare che il cranio — per dire una parte anatomica — si modifica letteralmente sotto i tuoi occhi. Si tratta pur sempre di una struttura ossea che cresce e si modifica in pochissimo tempo.

Insomma: Oliver, ti voglio bene. So che lo sai e secondo me anche tu me ne vuoi, anche se quando mi fingo morto continui a mangiare la tua radice di erica e mi guardi annoiato, come a dire “Ci dai un taglio? Non sei capace a fare il morto”.

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Martino Pietropoli

Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com