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L‘era della negazione
Vorrei, non vorrei ma se vuoi
Negli ultimi tempi — prima che succedesse tutto — mi ero riproposto di non usare mai nessuna negazione. Volevo costruire il pensiero senza usarne perché il pensiero genera la realtà e mi pareva una buona cosa che la realtà generata fosse solo affermativa. Positiva.
Questo ragionamento non ha più senso, o non ne ha ora.
Ora partecipiamo tutti alla più grande simulazione mai tentata dall’umanità. Tentata senza nemmeno averla preparata o pianificata poi, è successa e basta. La simulazione consiste nel fingere tutti che va tutto bene o che tutto è normale. Che c’è una leggera perturbazione nel continuum spazio-temporale ma è contenibile, passerà, appunto, come una perturbazione, e tutto tornerà come prima.
No, non come prima: tutto sarà meglio. Perché noi saremo meglio, perché avremo usato questo tempo per crescere, fare cose rimandate, coltivare interessi. Costretti a non lavorare o a lavorare in remoto e quindi meno o diversamente ci accorgeremo che il nostro lavoro era inutile. Magari, chissà.