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Sull’educazione
Vecchi e nuovi modi di educare
Giorni fa è morta la suora che fu mia insegnante alle elementari. Io non ho 20 anni quindi si può immaginare facilmente che non avesse 70 anni. Nessuno di quelli a cui ho chiesto sapeva bene quanti anni avesse, quindi si può dire che ha vissuto, ne aveva e non pochi. Ma il punto non è questo.
Ripensare a lei mi ha fatto considerare quanto siano cambiate l’educazione e l’istruzione in questi quasi 40 anni. Ma parto dall’inizio.
Lei aveva dei metodi educativi — come dire — un po’ spicci. Non parlo delle sue capacità divulgative che non ricordo nemmeno benissimo. Direi che erano buone se non ottime, mi pare di conoscere le basi della grammatica e della matematica quindi direi che il suo lavoro l’ha fatto bene.
Quelli che erano degni di nota erano i metodi punitivi che adottava per chi non dimostrava di applicarsi. Chi non capiva (e potevano ben esserci persone così, e non solo perché svogliate, magari perché proprio non ce la facevano) veniva ripreso e redarguito e il procedimento aveva anche delle manifestazioni fisiche. Niente di particolarmente violento ma insomma, diciamo che c’era contatto fisico.
Io non ne fui mai oggetto, salvo una volta che mi stavo stiracchiando e non mi ero accorto di averla alle spalle. Mi prese un orecchio e me l’accartocciò. Capii e non…